Episodio 7 – Tin Woodman

EPISODIO

Non siamo certo noi i primi a darne l’allarme ma è già – de facto –  iniziata la manipolazione degli umani da parte dei robot.

Solo che il risultato in questo caso è che i due in questione, grazie alla cibernetica intercessione, ora scrivono i pezzi con gli stessi guizzi creativi dei fratelli Ron e Russel Mael, né più né meno. In questo caso la direzione artistica da parte di un’intelligenza artificiale che risponde al nome di Tin Woodman – un cyber-tizio che sembra il precursore saggio di qualche bot dei nostri giorni – governa lo stile e gestisce il supporto (nastro, rigorosamente) su cui l’esperienza di questa alleanza a tre si imprime, imperiosa e immaginifica.

La carica esplosiva di ogni pezzo è destinata semplicemente a mietere delle vittime, questa è roba talmente buona che potremmo rispolverare il concetto di “scimmia sulla schiena” del buon William Burroughs, e attenzione, ce n’è per tutti i gusti.

L’estetica anni 80 è presente come lente attraverso la quale vedere (alterata) la musica tutta, il delirio, l’edonismo reaganiano e il conseguente eccesso nei costumi e nelle sonorità di quel decennio – che per alcuni di noi è croce e delizia – è presente in ciascun brano, la varietà di stanze sonore e di attitudine fa in modo che non ci si stanchi mai.“Azkadellia” è il resoconto di un viaggio, mesmerizzanti e dall’immaginazione feconda i due uomini e il robot si sono uniti alle sapienti mani del producer/musicista Pierluigi Ballarin per confezionare questo gioiello che si discosta da moltissima proposta indie nostrana.

Sono gli MGMT italiani che hanno fatto tesoro della passata lezione di Sparks e Cars, e prima ancora delle partiture più easy-listening di produzione McCartney, facciamocene una ragione, viaggiano a frequenze altissime e suonano pure da dio. La stagione di Tin Woodman è appena iniziata, uniamoci al party senza remore..che siamo già in ritardo.

 

Nando Dorelassi

Stai leggendo:
Episodio 7 – Tin Woodman
2min di lettura
Ricerca contenuto