“Where’s my home ?” si chiede Andrea, voce e synth dei Talk To Her, cercando con l’anima attraverso gli occhi in quel paesaggio oscuro ed ermetico che è il loro EP di debutto, “Home” appunto.
Un suono in cui predomina la cupezza, è il design ritmico di Francesco unito alle pulsazioni organiche di Riccardo a serrare i ranghi, affinchè la notte, il buio e la solitudine non penetrino in quella trincea sotto attacco, illuminata dalle scintillanti bordate di chitarra di Stefano, che trapelano da ogni fessura possibile.
I titoli dei pezzi di “Home” potrebbero indicarci luoghi fisici; andando un po’ più a fondo potrebbero essere stati mentali del nostro essere; sono in realtà stadi di un processo alchemico, una ricerca della luce interiore, in un ineludibile faccia a faccia con ciò che siamo davvero, dopo che si sono dipanate le “..nebbie in cui le cose hanno lo stesso colore” (“..in the mist everything has the same color”).
In una dimensione in cui domina la psicologia della forma – così come la cover stessa ci suggerisce – la realtà esteriore diviene uno specchio su cui si riflette la nostra anima, questo ci ricorda l’enigmatica figura mascherata al termine della corsa di Andrea nello splendido e incalzante video ” Zodiac” , catarsi di un “viaggio al termine della notte” come direbbe Louis-Ferdinand Céline, in cui la casa, tanto anelata, ci appare finalmente, in tutte le sue delicate quanto evanescenti architetture dello spirito, nell’ultimo confine tra il sogno e il giorno.
Nando Dorelassi
