Non è facile riuscire ad infilare il proprio brand all’interno della versione di un pezzo iconico, impresa epica questa, e spesso rischiosa. Molto più facile cercare di aderire con piaggeria ad un suono che è talmente impresso nella coscienza musicale collettiva da risuonare comunque e in qualsivoglia fattura. Non è certo questo il caso dei quattro artisti emergenti di cui parliamo oggi, che si sono messi alla prova egregiamente dando un valore aggiunto all’inestimabile.
Handlogic – Paranoid Android
https://open.spotify.com/track/7jyRVXc2Pf1B65Ym4hTOvM?si=Cqdfl39CQz2tNTcgJwRmjw
Non ci sono tanti modi per mettere le mani su un testo sacro dell’indie come “Paranoid Android”, a firma Radiohead, senza passare sotto le forche caudine di stuoli di sicofanti musicali pronti ad affondare il coltello su chiunque arrivi ad osare tanto. Gli Handlogic che con l’album “Nobodypanic” hanno messo in scena quello che è elettro-pop solo per urgenza di definizione, l’hanno fatto con uno sperimentalismo che è pura visione, guidati dalla libertà espressiva di chi ha però chiaro in mente dove vuole andare a parare. Chapeau.
Arliston – Wicked Game
https://open.spotify.com/track/5V1sGcPPMPRqtMcwTKNFBe?si=lHHXuMqlRmCOBtev17_CsQ
Helena Christensen e Chris Isaak, su una spiaggia alle Hawaii, in quel videoclip, in un tripudio di sensualità : primi piani, sabbia e gocce d’acqua, sagome si stagliano su cieli dove si muovono nuvole inquiete, in una delle ballad più iconiche della fine degli anni 80. Gli Arliston puntano sulla drammaticità del brano, l’ossessione d’amore risulta ancor più alienata, un minimalismo sonoro e una cura esasperata dei silenzi, una voce che spazia dall baritono al falsetto che ci canta sottopelle una canzone conosciuta, che parla di un dolore altrettanto noto. May dreamers never wake up.
Xilaroo – No Surprises
https://open.spotify.com/track/4DoelX3FZT9FfT4T50AeSP?si=xQGaLYxGQKmyWIKrnxtV9w
Le Xilaroo ci restituiscono una lettura di “No Surprises” dei Radiohead (once more) che è una radiografia a quello scheletro bellissimo da ammirare nella sua disarmante naturalezza, nella sua semplice ed esauriente struttura. Cosi ci ritroviamo attorno ad un fuoco, con Holly e Coco, in una notte in cui non sono necessarie sorprese, solo lo smalto perfetto di una canzone eterna. Non-fiction.
Kick – In Heaven
https://soundcloud.com/kickoffizial/kick-in-heaven-live-sofar
Una delle più celebri scene della cinematografia di culto : la signora del radiatore che canta su un sudicio palchetto, con quelle inquadrature che ne mettono in evidenza malformazioni e grazia angelica in Eraserhead di David Lynch. Loro sono i Kick, vengono da Brescia e fanno un pop sognante e downtempo. Hanno eseguito una cover di “In Heaven” ad un concerto per Sofar Sound London ad Holloway Road qualche mese fa, rileggendola in una squisita quanto insolita veste acustica. Eerie.
Nando Dorelassi