Sembrano aggirarsi tra gli edifici abbandonati alla periferia dell’anima, tra le fabbriche abbandonate di sentimenti che non hanno mai trovato una forma lì fuori, esistendo solo nel flusso di sensazioni intense e contraddittorie della propria ingestibile emotività, parliamo delle canzoni di Anna B Savage un’artista londinese che ha appena firmato con la celebre etichetta City Slang e ha fuori un singolo dall’iconico titolo “Chelsea Hotel #3”, ispirandosi alla “Chelsea Hotel #2” di Leonard Cohen..
Ma facciamo qualche passo indietro e ascoltiamoci il “Live at Cafe Oto”, una chitarra e una voce personale, unica, che vibra in profondità, “IV”, “Also Human”, canzoni che sembrano nascere da un’oscurità illuminata da bagliori ultraterreni, forme indistinte sfumano ai confini della stanza dandoci la conferma di essere di fronte a qualcosa di prezioso, che si manifesta raramente, solo al momento e nel posto giusto.
Riverberi cristallini di chitarra, voce e cori e un synth conferiscono desolazione all’ascolto, la solitudine si fa opprimente, ma il brano sale di intensità e porta con sé la nostra attenzione, e nella penombra di un’atmosfera letteraria, mentre l’osservazione e il giudizio riposano in una quiete sonnolenta, poco altro orbita nella stanza #3, solo la luce pallida di una stella di cui si parlerà per un bel po' di tempo.
Nando Dorelassi