THE BACKYARD

Una band jazz rock in disarmo, una prog sul punto di esplodere, un chitarrista conteso: Colosseum e PFM alla guerra.

Quanto costa quel chitarrista?

Nel settembre 1971 i Colosseum hanno un grande avvenire dietro le spalle: fratelli dei giganti Cream e Fleetwood Mac, figli anch’essi di babbo John Mayall, usciti dal suo sessantottino “Bare Wires”, inventori del jazz rock, cinque dischi in due anni, gli è però sfuggito il grande successo.

Fallita la conquista dell’America, presidiano l’Europa. Per il tour italiano di quel mese, i promoter Pino Tuccimei, Francesco Sanavio e Franco Mamone hanno previsto solo festival pop. Come quello del 23 settembre a Novate, piccola cittadina di 17.000 anime vicino a Milano, con la crema del nuovo rock italiano: Banco del Mutuo Soccorso, Balletto di Bronzo, Nuova Idea, Trip, Osanna e Premiata Forneria Marconi, in seguito PFM, senza dischi all’attivo.

Sembra una data sfigata, per location e pessima acustica del Palasport: il relativo bootleg, “Palalido Novate Milanese”, pare sia il più inascoltabile dell’universo. Invece Mamone e Sanavio, anche manager della PFM, fanno il capolavoro: non solo alle 21 la PFM apparirà sul Secondo Canale RAI (unica emittente radiotelevisiva italiana) nello show “Tutti insieme”, registrato a luglio e condotto dalla popstar italiana assoluta del tempo, Lucio Battisti, ma nel pomeriggio la trasmissione “Per voi giovani” del Primo Programma di Radio RAI, una delle poche dedicate al rock e seguitissima dagli under 30, si collega con Novate.

È storia: qui per la prima volta si definisce “progressive” questo nuovo rock mutante e inquieto, allora chiamato semplicemente “pop”. Ma Jon Hiseman, il geniale batterista dei Colosseum che ha mantenuto viva la band nonostante sei cambi di formazione, è crucciato: Gerry Bron, suo produttore e discografico, è tutto preso dagli hard rocker Uriah Heep, che paiono sul punto di insidiare il trono dei Led Zeppelin; a David “Clem” Clempson, suo funambolico chitarrista, Steve Marriott ha offerto di rimpiazzare Peter Frampton negli Humble Pie, che spopolano in America.

Accetterà. Hiseman, orecchie e fiuto buoni, ha un flash quando suona il chitarrista della PFM, Franco Mussida: rock, jazz, folk, classica, Hendrix e Fripp fusi con naturalezza e fluidità impressionanti. È un attimo: alla fine del live Hiseman agguanta Mamone sotto gli occhi della PFM: “Quanto costa quel chitarrista? How much?”. Mamone resiste, Mussida svicola. Due mesi dopo i Colosseum si scioglieranno. La PFM, invece, decollerà.

Renzo Stefanel

Stai leggendo:
The Backyard – Agosto
3min di lettura
Ricerca contenuto