“Human Traffic” è un debutto di abile maestria pop, ma con un’essenza rock’n’roll.[Recensione EP]

RECENSIONE

The Good Fortune” si apre piano piano, una prassi quasi elegiaca, con quel drumming che evoca scenari britannici uggiosi e post-industriali, sembra quasi di vedere quegli anonimi bastioni abitativi mancuniani che sostituirono le case vittoriane, nei primi aberranti esperimenti architettonici di atomizzazione sociale del Regno Unito.

Ma qui siamo in Lombardia, nei pressi del Lago Maggiore e alle prese con “Human Traffic”, l’Ep di debutto dei Ben & The Giant, una delle band dal suono più spiccatamente internazionale che si possa trovare in giro, capace di coniugare atmosfere eteree ad una grinta mai fine a sè stessa. Quello che emerge ascoltando questi cinque pezzi è l’abilità della band in questione nel costruire un flusso sonoro che si dispiega in modo sexy ed elettrico, un pezzo dopo l’altro.

“Stuck In My Head” è un ritornello indelebile, circondato da una merry-go-round di suoni colorati, una gioia distorta e psichedelica. “Imaginary Love” è un pezzo alla Doves, la band del Cheshire dalla quale i quattro ragazzi del novarese sembrano aver assorbito il gusto per le melodie ariose ed eteree, per gli arrangiamenti che donano spessore all’ascolto. “Son of the Universe” è abile maestria pop ma con spirito rock’n’roll (e c’è pure un video molto interessante qui), e conclude un ascolto che convince sotto tutti i punti di vista, lasciando intendere che i Ben & The Giant sono una band che si saprà far apprezzare da qui in avanti, senza alcun dubbio non solo in Italia.

Nando Dorelassi
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“Human Traffic” è un debutto di abile maestria pop, ma con un’essenza rock’n’roll.[Recensione EP]
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