Radio Trapani è un artista curioso e poliedrico. Il suo mutare forma e aspetto può disorientare ma, se si tiene alta la soglia dell’attenzione, si scorgeranno nella sua musica tratti fortemente distintivi.
Il primo che salta all’occhio è la cura armonica dei brani che permea tutta la sua musica, progressioni di accordi stilose e gusto da vendere sia negli episodi più intimisti che in quelli più estroversi e dance.
C’è il funk retrofuturistico di Salix Babylonica, la leggerezza strampalata di Jealousy, l’intimismo raffinato di The Afternoon, tutto scorre all’interno di un concept che riguarda la fine di un amore e la fragile malinconia del protagonista maschile che resta sospeso in un disegno che ha i tenui e opachi colori della nostalgia.
Wet My Eyes è una bossa nova abbagliante in stile Vampire Weekend, The Loss And The Gain è in linea con il songwriting di Momus, Growing Strong è Tahiti 80 nel 2022, la title track esce dalle brume di un jazz oscuro per donarci una sublime nenia elettro-pop, che introduce a sua volta una serie di ringraziamenti che arrivano come una ghost track.
L’altro elemento che rende l’opera di Dario Trapani interessante e personale è l’ironia presente in ogni piega dell’album, non prendersi sul serio completamente, giusto per lasciare aperti gli spazi comunicativi con sé stessi, per non annoiarsi (ed annoiare) con lezioncine imparate a memoria, come accade purtroppo con molti artisti che affollano le playlist più attuali.
Un album che passa dal cuore spezzato ad una nuova ed acuta visione del pop, e dopo una accurata fase di scrittura ed un arrangiamento brillante ce lo presenta con la sicurezza e l’innato spirito di un artista sempre curioso e in ricerca.
Alessandro Doni
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