Lo Studio degli Hi Frisco, un guscio nel quale nascono piccoli capolavori di pop visionario e contemporaneo.

RECENSIONE

C’è chi lo studio di registrazione se lo costruisce a sua immagine e somiglianza, di modo che sia possibile ed immediato il processo di produzione di musica di natura intuitiva, portando a compimento l’ispirazione nel migliore dei modi possibili.

Così l’anno scorso, da qualche parte ad East London, è nato quel capolavoro di pop visionario e sognante che risponde al nome di “Goodbye, Blue Monday”.

E’ facile farsi rapire dai dieci episodi che compongono l’album, la lirica e beatlesiana title-track, la luminosa apparizione dal nucleo oscuro di “Quiet Lights”, i bagliori alt-rock di “Gold”, in cui il riff granitico di chitarra lasciano spazio a spinte più psichedeliche.

Hi Frisco 1

“Holiday” rimane felicemente imprigionata tra bagliori new wave e un uso dell’elettronica efficace. “Headspin” è una ballata suggestiva e potente, tra gli slanci emotivi di Damon Albarn e i giochi ipnotici di Kevin Parker.

In marzo esce “Goodbye, Blue Monday (Living Room Versions), una nuova veste per apprezzare i pezzi che costituiscono la colonna portante degli Hi Frisco. Cambia la forma ma la resa è la stessa, una gioiosa miscela di creatività e spontaneità dal forte valore immaginifico, che attirerà di sicuro un pressante interesse nei mesi a venire.

N.D.

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