RECENSIONE

Sono passati dodici anni da quando RJ Thompson ha calcato le scene con la pubblicazione di “Illogical Life”, una dichiarazione di intenti  firmata col suo nome completo : Richard John Thompson, successivamente variato in RJ per evitare di essere confuso con il cantante dei Fairport Convention.

In questi primi lavori, come anche nell’EP “The Cognitive Rule” del 2011, già si intuiva la presenza di un songwriter sincero, con un bagaglio di storie interessanti da raccontare; oggi nel 2018 esce il suo doppio album “Echo Chamber“, uno spazio più ampio dove liberare al galoppo i cavalli selvaggi di uno spirito mai domo, una incessante ricerca di sonorità sulle quali mettere le mani per plasmare le sue canzoni.

Qui si tratta di un disco con tutti i crismi, da avere possibilmente in formato vinile color blu, per cogliere i messaggi che RJ ha disseminato qua e là e per ricongiungerci in un elegante tributo alla musica pop britannica. La voce che ci accoglie nella title track è un abbraccio al Phil Collins più ispirato, circondato dal fascino di un arrangiamento accurato, dinamiche ritmiche sempre in evoluzione e il gusto del riff e dei frames vocali, ad esaltare ogni istante di questo eccitante pezzo.

Tra le molte tracks RJ inserisce anche il suo personale inno alla città di Londra: una dichiarazione d’amore e un incitamento al coraggio e alla fierezza, un omaggio ad una metropoli che nonostante i tempi infausti sa ancora splendere di luce propria.

Il profluvio di suoni e visioni continua nel rock blue’s di “Go It Alone“, nelle strizzatine d’occhio elettro-hillibilly di “Speakeasy“, dove sullo sfondo scorre il Mississippi, al posto del Tamigi, “Lie Close To Me” è un soul struggente e un pò melenso, da ballo di fine anno; trovano spazio un paio di covers tra le quali una “The Times They are a-Changing“, quasi a voler rimembrare quando le canzoni cambiavano la storia degli uomini.

Non si può che concludere riconoscendo ad RJ di aver composto un puzzle perfetto, in cui ogni singolo pezzo rappresenta un tassello della grande e sterminata produzione di buona musica degli ultimi 30 anni, noi sappiamo che non ce n’è mai abbastanza e ringraziamo RJ Thompson per avercelo ricordato nel modo a lui più congeniale.

 

Nando Dorelassi

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RJ Thompson
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