Sebbene abbiano un debole per il pop malinconico, non è tutto all’insegna del doom&gloom con questa band, capace di produrre un’euforia da sogno con il loro sound.
L’EP si apre con il singolo di successo “Mantra”, un pezzo poetico con una sferzata di energia. Nonostante un testo all’insegna del “è andato tutto storto”, l’atmosfera generale è ottimista. Il concetto di mantra, come qualcosa che dà stabilità alla vita, è qui traslato su una persona con le parole “sei il mio mantra”, formulando un’ode a qualcuno di speciale, un riconoscimento della sua importanza nella propria vita. Più ci immergiamo nel brano, più l’energia sale, quasi come se la presenza della persona speciale riuscisse in qualche modo a farci levitare.
Esistono molti modi per descrivere il genere degli Yard Arms, ma il tema generale è quello del pop, anche se alternativo o addirittura emo in alcuni casi. Qualcosa che lega tutto insieme è la sensazione familiare dell’energia musicale riferibile agli anni ’80, che è perfetta quando si prende in considerazione ciò che dice la band stessa su “Sanctuary Lines”, ovvero che è “un’esplorazione dei metodi di lotta alla nostalgia nell’era moderna”.
“These Four Walls" è il singolo più recente che appare su questo EP, puntando maggiormente verso le vibrazioni emo di cui si accennava prima. Parla del fatto di lamentarsi dei "bei tempi andati”, rimanendo ancorati al passato e dando il presente per scontato. Certo, viste le tematiche è entrato a far parte delle recenti tematiche di isolamento da Coronavirus, ma è sicuro di superare la prova del tempo. Sebbene abbia un tono più pesante, c'è una sorta di morbidezza attorno al tutto, turbata da un senso di disperazione rappresentato da una voce profondamente emotiva.
Anche se malinconico, Sanctuary Lines è pronto per l'estate che avanza - un senso di speranza, perseveranza che esprime il riemergere in superficie. Si edifica in uno stato di calma, raccogliendosi, giusto prima della rivolta finale, composta da voci isolate che cantano insieme, unite nella forza e nel sostegno reciproco.
Samantha Mae