RECENSIONE
Uno degli esordi più interessanti dell’anno ancora in corso. Questo è “Devotion” di Tirzah, astro nascente della scena londinese entrato a far parte della scuderia Domino. È già una cult-star, invece, l’amica d’infanzia Micachu (all’anagrafe Mica Levi, leader dei Micachu And The Shapes e autrice di varie, strepitose colonne sonore), che l’ha aiutata a comporre e produrre con spirito DIY gli undici brani in scaletta. Le due studiavano rispettivamente arpa e viola, ai tempi della scuola, prima di mettersi a trafficare al pezzo che ha innescato tutto, “Go Now”, qui riproposto in versione aggiornata al presente.
Le canzoni di Tirzah suonano moderne e straordinariamente empatiche, urbane e intimiste. Merito di una lunga gavetta nei circuiti post-grime, dubstep e garage UK, merito dell’esperienza come ospite al microfono per nomi del calibro di Tricky o SBTRKT, merito dell’ancoraggio intelligente alle radici. La songwriter, nata nell’Essex, ha registrato la maggior parte del materiale nelle abitazioni condivise e negli studi improvvisati del suo collettivo artistoide in quel di South London, prendendosi tutto il tempo necessario, lasciando decantare il proprio vissuto. Schiva e legata alla sua tribù, dunque, ma coraggiosa nel rivelarsi in un’universale vulnerabilità fatta di colpi di fulmine e fulmini a cuor relativamente sereno.
Si torna al caro, vecchio “less is more”: eccolo il segreto! Basta poco, a Tirzah, per innescare le vibrazioni emotive dell’ascoltatore, in un mix minimale di melodie soul-pop e sperimentazioni elettroniche (e sporadici rimandi 80s), non troppo distante dalla Martina Topley-Bird degli albori o dagli ultimi The xx. Sample e beat trip hoppy che ipnotizzano (ma qui e là spuntano persino tasti di pianoforte, accenni di batteria o chitarre elettriche), voce dalla setosa sensibilità che scioglie ogni resistenza. Al centro delle poche, azzeccate parole c’è l’essere umano, con le contraddizioni che ne animano i sentimenti: “I just want you to know that I’m here for you” (“Fine Again”), “I thought that I would call you but I never could do it” (“Do You Know”), “All I want is you” (“Gladly”, con un video diretto da Hannah Perry), “But most of all I want your comfort” (la stessa “Devotion”, in compagnia di Coby Sey). È un British R&B dagli heartbeat gentilmente accelerati. Per i romantici in via di estinzione, là fuori.
Elena Raugei
