Una ventata di aria fresca….e di ottimo indie-rock, da Fermo nelle Marche [Recensione]

RECENSIONE

Denis Rossi, aka Indigo Quest, ha indubbiamente del talento. Dal 2015 scrive, registra e produce i suoi pezzi (e ne gira i videoclip) in quella che è, a tutti gli effetti, una potenziale carriera indie-rock con tutti gli accessori e i crismi del genere.

Il sound è una miscela esplosiva fatta di riff azzeccati, ganci pop, voci glam, richiami brit e salde radici classic rock che non si trova facilmente in giro in questi tempi ingrati.

A un anno di distanza da quel compendio di chitarre ed aria fresca che è stato “So Much Pressure”, Indigo torna mesi fa con il singolo “R-rated Fairy Tale”, in cui suggestioni Kinksiane e un turbine elettrico – degno dei migliori Supergrass – creano un felice connubio che non può che essere recepito con genuino entusiasmo.

Se stavate perdendo le speranze in fatto di rock ben pensato e suonato con cognizione di causa, sono felice di consigliarvi l’ultima fatica del poliedrico artista di Fermo nelle Marche : una immersione sonora che vi lascerà soddisfatti, stiamo parlando di “The Last of The lost Souls”

La carica di energia selvaggia e primordiale che trovavamo anni fa negli episodi più riusciti dei The Hives, si disvela in questi tre minuti, la tensione serpeggia in quella che è una posa continua, ammiccante e seducente, messa a puntino un pezzo dopo l’altro, con una cura certosina e una passione travalicante ogni confine. Trova il suo spazio anche una suite dai colori sgargianti e psichedelici “And There Is Nothing You Can Do About It”, a documentare una sensibilità sperimentale, in un mesh-up che trova continuità in un rock-blues interstellare, tra i riverberi di un sogno lucido che sfuma nell’irrealtà. Domani 22 novembre uscirà il nuovo album “Monday Breakfast”, dal quale è lecito aspettarsi ottime sorprese. Da quell’effervescente “Yes/No” di quattro anni fa, infatti, Indigo Quest continua a presentarci delle vere e proprie gemme, meritevoli di emergere dal buio del web ed essere apprezzate in lungo e in largo.

Nando Dorelassi
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